Il Chianti è simbolo di questa terra da secoli ed è uno dei migliori vini italiani, conosciuto in tutto il mondo. Fa da padrone sulle tavole accompagnando in particolare piatti a base di carni rosse alla griglia, di selvaggina o formaggi stagionati.
Nel vostro viaggio tra le colline del vino potrete fermarvi in numerose aziende agrituristiche che producono vino e olio di ottima qualità e scoprire angoli meno conosciuti dove viene prodotto questo gioiello. Vedere con i vostri occhi dove cresce l’uva, le tecniche di produzione, ascoltare i produttori del posto con le loro storie, sempre gentili e disponibili per una degustazione dei loro prodotti nelle cantine.
Un tour nelle “Strade del Vino e dell’Olio” che unisce i vigneti e gli uliveti più famosi: i Colli di Candia, della Lunigiana e del Montecarlo, la Strada del Chianti Classico e la Strada dell’Olio dei Monti Pisani e le terre di Leonardo, nel Montalbano. Panorami mozzafiato con vista su una terra ricca di storia, sapori e qualità.
Appena seduti a tavola in un’osteria tipica toscana provate il crostino nero: fettine di pane toscano leggermente abbrustolite con un paté cremoso di fegatini di pollo, acciughe e capperi. A seguire la pappa al pomodoro, come cantava il vivace Gian Burrasca nel 1912, un piatto povero ma che sa tanto di casa e famiglia; unisce grandi e bambini!
Spostandoci verso la zona di Siena assaggiate i pici: preparati rigorosamente a mano, sin dai tempi degli Etruschi, sembrano degli spaghetti ma sono più spessi e irregolari. Vengono infatti lavorati a mano con farina di grano tenero, acqua, olio e sale e allungati, anzi “appicciati” in maniera cilindrica, senza schiacciarli. Perfetti se accompagnati da un sughetto di pomodoro e aglione, un tipo di aglio dal gusto delicato, coltivato nella zona della Val di Chiana e della Val d’Orcia; oppure con il ragù di carne o selvaggina, ma anche con sughi a base di funghi.
Non può essere chiamato “viaggio in Toscana” se non si assaggia la carne: la chianina, regina indiscussa, ma esistono anche altri modi per cucinare la carne. Il peposo, per esempio, è uno spezzatino cucinato in un tegame di terracotta per moltissime ore con molto pepe e vino rosso.
Il lampredotto, un’istituzione per tutti i turisti che passano di qui, è un panino appetitoso alla vista e al palato: la trippa viene prima lessata in acqua e pomodoro con cipolla, prezzemolo e sedano e poi imbevuta nel brodo di cottura del lampredotto.
E come degna conclusione: i cantucci inzuppati nel vinsanto e l’Alchermes, il liquore dei Medici. Un “elisir di lunga vita” nato nel Quattrocento dai monaci di Santa Maria Novella fatto di alcol, aromatizzato con spezie varie, e dell’acqua distillata di rose, scorza d’arancia, zucchero e un composto colorante ottenuto dalla cocciniglia.

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